PUBBLICAZIONI

I Quaderni della Scarlatti
Nell’anno delle celebrazioni del Centenario (1919 – 2019) l’Associazione Scarlatti ha ripreso la pubblicazione de I Quaderni della Scarlatti, una serie divolumi su argomenti specifici ideata nel 2004 che ha visto uscire testi sui seguenti argomenti : “la forma sonata” a cura di Michele Campanella del 2004; “Il caso Paganini” a cura di Alberto Cantù del 2005; “Serenate, Divertimenti, Cassazioni” a cura di Renato Bossa del 2006; “Le radici della sinfonia” a cura di Carlo Cavalletti del 2007.
I Quaderni della Scarlatti sono  una pubblicazione musicologica annuale, curata da Daniela Tortora e Tommaso Rossi e pubblicata dalla LIM , con lo scopo di approfondire temi storico-musicologici, dare spazio alla pubblicazione di ricerche e di documenti inediti su tematiche per lo più legate alla storia musicale della città di Napoli e del Meridione. Per il primo numero (circa 150 pag.), i curatori Daniela Tortora (docente di storia della musica presso il Conservatorio di Napoli San Pietro a Majella) e Tommaso Rossi (direttore artistico dell’Associazione Alessandro Scarlatti e docente presso il Conservatorio Nicola Sala di Benevento) hanno deciso di indirizzare la ricerca attorno al tema rappresentato dal Centenario dell’Associazione Scarlatti, proponendo una serie di saggi che approfondiscono diversi aspetti legati alla storia dell’associazione e alla vita musicale napoletana dei primi anni cinquant’anni del XX secolo.
Daniela Tortora dedica un saggio alla fondatrice dell’Associazione Emilia Gubitosi, figura interessantissima di compositrice e organizzatrice musicale. La preziosa appendice del suo lavoro, frutto della attenta frequentazione dell’archivio della Fondazione Franco Michele Napolitano e della lettura delle diverse centinaia di documenti che costituiscono l’Epistolario della Gubitosi e del marito, l’organista e compositore Franco Michele Napolitano, e la precisa trascrizione di molti di essi, rende conto di quanti e quanto importanti fossero i rapporti internazionali della coppia, con le maggiori autorità del mondo musicale del loro tempo. Se, da un lato, il saggio di Pierpaolo De Martino analizza la presenza della musica moderna nell’ambito della programmazione dell’associazione Scarlatti (in specie nel primo cinquantennio del XX secolo), rendendo evidente l’apertura intellettuale e la forte vocazione internazionale dell’attività artistica dell’associazione, dall’altro, quello di Renato Di Benedetto affronta l’interessantissimo nodo storico della formazione di un’orchestra sinfonica nella città di Napoli;  in particolare, esso racconta la storia dell’impresa condotta dal pianista Vincenzo Vitale, fondatore, subito dopo la seconda guerra mondiale dell’Orchestra da camera napoletana, organismo che precedette la fondazione dell’Orchestra Alessandro Scarlatti nel 1949. Contribuendo a tratteggiare meglio il contesto socio-economico nel quale operò l’associazione,  un ampio saggio, ad opera di Tommaso Rossi, è dedicato, attraverso l’analisi delle carte e dei documenti del suo archivio privato, al ruolo ricoperto dal grande manager ed industriale Giuseppe Cenzato (1882-1969), presidente della SME (Società meridionale elettrica) e presidente dell’ Associazione Scarlatti  dal 1936 al 1969.
Una cronologia ragionata, frutto dell’analisi dei documenti dell’archivio storico dell’associazione fatta dallo stesso Rossi, rappresenta da un lato un sintetico quadro della storia dell’associazione e delle sue strategie artistiche e organizzative, dall’altro uno strumento di rapida consultazione per coloro i quali volessero intraprendere ulteriori ricerche sull’argomento.
Il volume è arricchito anche da un breve scritto di Aldo Di Russo, curatore della mostra “100 anni di Musica Ininterrotta”, realizzata dalla Regione Campania a Villa Pignatelli a Napoli, dal 11 dicembre 2019 al 3 maggio 2020, in cui sono sinteticamente esposti i ragionamenti e le strategie che hanno guidato alla realizzazione di una mostra in cui, in maniera sperimentale, sono state anche usate moderne tecniche legate alle tecnologie digitali.
Apre il volume la prefazione curata da Oreste De Divitiis, presidente dell’Associazione Scarlatti.
.Titolo del secondo volume (2020)   è  “Alessandro Scarlatti e il recupero della musica antica tra XX e XXI secolo” l’argomento prescelto è lafigura di Alessandro Scarlatti sia come compositore, che all’interno della riscoperta della musica antica chefu il tema fondante della neonata Associazione Alessandro Scarlatti nel 1919 per volontà di Emilia Gubitosi,Franco Michele Napoletano e Giovanni Tebaldini. Questo secondo fascicolo, dalle dimensioni più cospicue del primo (circa 250 pagine) presenta la stessa marcata polivocità del precedente ed è stato assemblato tenendo conto dell’impostazione originaria dell’attività dell’Associazione, sagomata sui desiderata di Emilia Gubitosi e dei suoi sodali, vale a dire della spiccata predilezione per i repertori “antichi”, nient’affatto disgiunta nel giro di pochi anni dalla vocazione contemporaneista, con aperture più o meno caute verso il Novecento storico e verso le più recenti istanze della musica del dopoguerra.
Non potevamo mancare stavolta di rivolgere un’attenzione particolare al compositore palermitano cui l’intera Associazione ha destinato la sua denominazione e questo anche allo scopo precipuo di rilanciare in qualche modo l’intero settore scientifico degli studi scarlattiani, ancora non adeguati alla statura del grande campione della Scuola napoletana. Sono scarlattiani i contributi che inaugurano il fascicolo, quello di Dinko Fabris su due opere restituite all’ascolto in tempi recenti proprio grazie alla Società partenopea, vale a dire sulla Giuditta e su Agar et Ismaele, anche a riprova dei lacci molteplici esistenti tra la cultura oratoriale romana e quella napoletana. A Louise K. Stein dobbiamo invece una ricognizione sulla storia di una interprete favorita della scena musicale barocca, Giulia o Giulietta Zuffi, legata in particolar modo alla fortuna esecutiva della Psiche di Scarlatti. A fare da ponte tra antico e moderno, tra le prassi esecutive barocche, sia pure “alla napolitana”, e la moderna scena concertistica, è dedicato il lungo excursus di Tommaso Rossi sull’attività di interprete-ricercatore di Antonio Florio, certamente tra i beniamini del pubblico della Scarlatti, da tempo patrocinatrice del meritorio lavoro di scandaglio esecutivo condotto dal musicista barese, anche in collaborazione con l’amico e sodale, oltreché concittadino, Dinko Fabris. Rossi può vantare un’assidua frequentazione e di interprete e di studioso del vasto e problematico territorio battuto in questo suo scritto, e ci aiuta a orientarci innanzitutto nella messa a fuoco delle peculiarità dell’Early Music Revival in Italia e, più specificatamente, in ambito napoletano, con accenni sostanziosi all’opera di dissodamento preliminare e imprescindibile svolta da Roberto De Simone. Ci dà inoltre un contributo rilevante ai fini di quella storia dell’interpretazione che, pur volatile e caduca, ci mette a parte dei segreti della musica e della sua materia di maggior pregio: il suono autentico delle voci e degli strumenti.
Ospitiamo in questo fascicolo la prima parte del lungo saggio di Gianluca D’Agostino dedicato al grande tema dei rapporti tra Ebraismo e musica a Napoli a cavallo tra XIX e XX secolo, a sua volta riferibile ad una ricerca dottorale di questi anni recenti sulla storia della comunità ebraica napoletana. A partire dai Canti di Salomone (1623) del musicista ebreo mantovano Salomone Rossi e dalle melodie ebraiche contenute nelle Parafrasi sopra li salmi (dall’Estro poetico-armonico, 1724-27) dell’aristocratico veneziano Benedetto Marcello o, meglio, dalla loro ricezione postuma, la storia delle comunità ebraiche italiane, ivi incluso il problematico assetto delle pratiche musicali tra rigore cultuale e filologia (etno) musicologica, viene ripercorsa anche grazie ad un attento spoglio bibliografico che si addensa in ispecie per ciò che attiene all’Italia postunitaria e al peso che le locali comunità ebraiche ebbero nel quadro più generale della “modernizzazione” dei repertori sinagogali e, ancor di più, della “mondanizzazione” della musica di fabbrica ebraica. Si segnala come particolarmente significativa la presenza a livello internazionale di alcuni musicisti di origini ebraiche, napoletani di nascita e/o di formazione e attivi con esiti rimarchevoli sulla scena internazionale inglese e statunitense (si vedano, in proposito, i ritratti raccolti nell’ultima parte dello scritto dedicati alle imprese musicali di Michele Costa e di Alberto Randegger, cui si aggiunge quello di Edgardo del Valle, pianista talentuoso della scuola di Beniamino Cesi). La seconda parte del saggio, con sondaggi novecenteschi anche in relazione alle vicende dell’Associazione Scarlatti, vedrà la luce nel fascicolo del prossimo anno.
Nel volume pubblichiamo un documento di raro interesse musicologico (oltreché di costume). Si tratta di Tema con variazioni un originale inedito del compositore Iacopo Napoli contenente perlopiù i ricordi personali di una vita intrecciati con lettere, pensieri, motti d’autore prelevati dal vasto campionario delle illustri frequentazioni succedutesi nel corso della sua musicalissima esistenza. Domenico Sapio ci concede la pubblicazione di questo documento, cedutogli a suo tempo dal Maestro per la redazione della sua tesi di laurea, e ne introduce la lettura con un suo scritto garbato e affettuoso, ricco di spunti critici, intitolato Un ricordo di Jacopo Napoli.
Giacché la materia, la carne viva della musica è costituita dagli interpreti, e, come anzidetto, la storia che li riguarda è assai spesso ancora tutta da scrivere e rappresenta non lieve cura per il critico e per il musicologo, il fascicolo si chiude in bellezza con il contributo di Stefano Valanzuolo dedicato a Franco Caracciolo, il direttore par excellence dell’Orchestra Alessandro Scarlatti, il maestro ammirato e affermato non solo nella città di Napoli, ove aveva scelto di vivere, ma ovunque le sue imprese concertistiche, pure con il concorso di eccellenti virtuosi della scena musicale internazionale, si siano fatte ascoltare.
 
 
.
Musicomics
Sulla base della positiva esperienza fatta in occasione delle celebrazioni del centenario dell’associazione, quando fu realizzato, su commissione di SCABEC, una graphic novel dedicato alla fondatrice Emilia Gubitosi, la Associazione Alessandro Scarlatti questa intende intraprendere un percorso di divulgazione musicologica attraverso il fumetto, strumento più accessibile alle giovani generazioni: la scelta del fumetto come linguaggio per questa operazione si inserisce in una vocazione divulgativa e formativa che la Associazione Scarlatti declina da anni in diversi settori.
Il percorso ideato parte da tre fumetti di argomento musicologico:
·         La storia della famiglia Scarlatti e del difficile rapporto tra Alessandro e Domenico attraverso una versione romanzata della vicenda umana: il graphic novel pubblicato da Guida Editori e intitolato “La musica nel sangue”si propone di scandagliare attraverso disegni accattivanti ed una trama avvincente non priva di colpi di scena, il contesto storico ed il rapporto padre-figlio
·         La vita di Enrico Caruso nel centenario della morte
·         “1770: Mozart a Napoli” che richiama il soggiorno napoletano dell’allora quattordicenne compositore di Salisburgo con suo padre Leopold 
I fumetti, progettati da Chiara Macor, che si occupa anche dei testi e della sceneggiatura, verranno realizzati da Emanuele Parascandolo (disegni), Chiara Imparato (colori), Pako Massimo (grafica e lettering).